La contabilizzazione con la nuova UNI 10200

Nel mese di ottobre 2018 è stata pubblicata la revisione della norma UNI 10200 che stabilisce i criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale, estiva, produzione di acqua calda sanitaria e ventilazione in edifici dotati di impianto centralizzato.

La vecchia contabilizzazione deve essere aggiornata?

La nuova versione scioglie dubbi e risolve criticità rilevate nella norma precedente, modifica il calcolo della quota di consumo involontario e esplicita come ripartire i casi più complessi di edifici composti da più fabbricati.

In questo focus vogliamo fornire un quadro generale delle novità normative, facendo chiarezza sulle principali modifiche introdotte. In particolare approfondiremo cosa cambia nell’approccio che abbiamo sempre seguito per la ripartizione delle spese di climatizzazione e verificheremo quando e cosa è necessario aggiornare rispetto alla vecchia contabilizzazione.


Prova il Modulo CONTABILIZZAZIONE di TERMOLOG

Tutti gli aspetti teorici trattati sono affiancati da un esempio pratico svolto con i Moduli DIAGNOSI e CONTABILIZZAZIONE di TERMOLOG, il software per la certificazione energetica, la diagnosi, le verifiche di progetto e la contabilizzazione del calore.

È necessario ricalcolare i millesimi di climatizzazione?

La 10200:2018 richiede che per i dati finalizzati al calcolo dei millesimi di climatizzazione si valuti l’edificio in condizioni standard (A2 asset rating), in base alle caratteristiche originali, con eventuali interventi eseguiti sulle parti comuni.

Possiamo ragionevolmente sostenere che, anche se non chiaramente riportato nel testo normativo, era prassi seguire questa modalità di calcolo anche prima dell’entrata in vigore della nuova norma.
Nel caso in cui non siano stati calcolati secondo queste condizioni, nella prossima ripartizione delle spese dovranno essere rivalutati i millesimi di climatizzazione ai sensi della nuova UNI 10200:2018.
Ricordiamo che il calcolo dei millesimi di riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria e ventilazione viene utilizzato per la ripartizione delle spese, per la suddivisione della quota di consumo involontario e delle spese gestionali.

Tipologia di parametriCome si valutano
Dati finalizzati ai millesimiA2 (asset rating) – Valutazione basata sulle condizioni standard nello stato originale
Nel modello finalizzato al calcolo dei millesimi si considerano eventuali interventi di miglioramento energetico eseguiti su parti comuni di edifici condominiali
Dati finalizzati a prospetto previsionale e consuntivoA3 (tailored rating) – Valutazione basata sulle condizioni di utilizzo reale dell’edificio ovvero in condizioni di diagnosi energetica. Il modello considera tutti gli interventi di miglioramento eseguiti, compresi quelli relativi alle singole unità immobiliari

È obbligatoria la diagnosi energetica?

L’appendice D della nuova 10200 non lascia più libera interpretazione in merito: i fabbisogni energetici finalizzati alla ripartizione delle spese nel prospetto previsionale e a consuntivo devono essere valutati in condizioni di uso reale dell’edificio, quindi con una diagnosi energetica (A3 tailored rating).
Il modello dell’edificio da cui si ricavano i dati deve essere riferito allo stato attuale, tenendo conto di eventuali interventi, sia su parti comuni sia sui singoli alloggi.

Il motivo per cui è fondamentale la diagnosi energetica nella contabilizzazione non risiede tanto nella valutazione del prospetto a preventivo, ma nella valutazione del consumo involontario per la singola stagione di ripartizione delle spese. In tutti i casi di ripartizione indiretta ovvero contabilizzazione con ripartitori infatti, la nuova norma obbliga al calcolo del fattore d’uso ogni anno.

Questo significa che, quella che ritenevamo essere una quota fissa non è più fissa, ma cambia di anno in anno.

Se nel caso di contabilizzazione diretta il consumo involontario viene calcolato per differenza tra fabbisogno in uscita dal generatore e consumo volontario, nel caso di contabilizzazione indiretta deve essere invece determinato come frazione dell’energia prodotta dalla centrale Qgn,out.

La quota da attribuire al consumo involontario non è più una quota fissa, calcolata una tantum dalla percentuale Kinv del prospetto 10 della norma precedente, ma deve essere stimato un fattore d’uso fX,uso per quantificarne l’appropriata frazione fX,inv:Q X,inv = Q X,tot × f X,inv [kWht]

dove:
X,tot = consumo totale [kWht]

Il fattore d’uso rappresenta il grado di occupazione e dell’edificio: l’incidenza del consumo involontario rispetto al totale sarà tanto maggiore quanto minore è il fattore d’uso e dunque quanto più lontano è l’edificio dalla sua piena occupazione.

Le condizioni normali di piena occupazione sono proprio quelle definite attraverso la diagnosi energetica dell’edificio: per ogni stagione di ripartizione si confronta l’energia effettivamente consumata con quella che richiederebbe l’edificio se fosse nel suo uso normale.
Se il rapporto tra questi valori supera 0,8 siamo in condizioni di piena occupazione; invece nel caso di fattore d’uso inferiore a 0,8 si dice che l’edificio si trovi in condizioni di uso saltuario, o in generale non pienamente occupato. Pensiamo ad esempio a stagioni in cui interi appartamenti sono sfitti o alle nuove costruzioni in fase di vendita, dove le dispersioni delle tubazioni influiscono percentualmente in misura maggiore rispetto agli edifici normalmente abitati.

Cap 7.8.2 UNI 10200:2018

Si definisce fattore d’uso dell’edificio (f X,uso) il rapporto tra il consumo effettivo Q X,tot ed consumo di riferimento Q X,dis,inX,uso = Q X,tot / Q X,dis,in [-]

dove:
X,tot = consumo totale effettivo [kWht]
X,dis,in = fabbisogno in ingresso alla distribuzione calcolato in modalità A3 [kWh t]
Il fattore d’uso deve essere calcolato annualmente per quantificare adeguatamente la frazione f X,inv. In base al valore del fattore d’uso, si distinguono, convenzionalmente, i seguenti due casi:fX,uso > 0,8 (edifici normalmente abitati o piena occupazione);
fX,uso ≤ 0,8 (edifici ad occupazione discontinua o saltuaria o parziale).

È importante chiarire bene che la valutazione del consumo involontario è fatta rapportandosi ogni anno al fabbisogno di riferimento Qx,dis,in calcolato attraverso una diagnosi energetica dell’edificio. Si tratta di una diagnosi energetica particolare, dove si utilizzano:

  • Il clima standard o i dati climatici reali
  • Le durate effettive degli impianti
  • Le condizioni d’uso dell’edificio in piena occupazione (standard)

La diagnosi rimane invariata fino a quando non si fanno interventi sul sistema involucro o impianto dell’edificio.

In definitiva se abbiamo utilizzato i fabbisogni ricavati da una certificazione energetica, o non ci siamo riferiti allo stato attuale dell’edificio la ripartizione delle spese che abbiamo ottenuto non è più corretta.

La programmazione dei ripartitori è ancora valida?

La domanda nasce dal fatto che la nuova UNI 10200:2018 non richiede che si considerino nella potenza complessiva del radiatore, i tratti di tubo in ingresso e in uscita dal corpo scaldante.
Nella norma precedente il valore della potenza del radiatore si definiva attraverso la formula:P rad,tot = P rad + P tub,in + P tub,out [W]

Dove
rad è la potenza caratteristica del radiatore con salto termico 60°C
tub,in è la potenza dispersa dal tratto di tubo in ingresso al radiatore, tipicamente valutata in funzione del diametro e per 1,5 m di lunghezza di tubo
tub,out è la potenza dispersa dal tratto di tubo in uscita al radiatore, calcolata come per l’ingresso per 1,5 m di lunghezza.

Il ripartitore quindi si riferisce ora ad una potenza inferiore alla precedente, ovvero alla sola componente Prad.
Rimane invece valida la potenza totale del radiatore, comprensiva dei tratti di tubo in ingresso e uscita dal corpo scaldante, nel caso di ripartizione delle spese involontarie in millesimi di potenza, modalità consentita solo per edifici privi di termoregolazione.

Come si considerano le perdite delle tubazioni a vista?

Le classiche Ptub della vecchia contabilizzazione sono sostituite dai consumi obbligati Qobb attribuiti ad ogni unità immobiliare.
La norma dettaglia come considerare i consumi obbligati nei casi di tubazioni costituenti l’anello monotubo e per tubazioni poste a monte del punto di distacco dall’impianto condominiale.
In generale i consumi obbligati vanno considerati solo ed esclusivamente nei casi di tubazioni costituenti un anello monotubo di totale pertinenza dell’unità immobiliare.
Nel primo caso quindi (anello monotubo), le perdite di distribuzione delle tubazioni sono considerate come consumi obbligati e dunque andranno detratte dal consumo involontario complessivo; nel caso più comune, come ad esempio gli impianti a montanti verticali, il singolo tubo si considera una servitù e non una proprietà: le perdite sono da attribuirsi alla quota involontaria e devono essere ripartite in millesimi, senza che siano considerate nei consumi obbligati.

Esempio pratico: calcolo del fattore d’uso

Consideriamo un condominio centralizzato per il servizio di climatizzazione invernale e costituito da 4 unità immobiliari. Per una corretta contabilizzazione dobbiamo rispettare due passaggi di calcolo.

Con TERMOLOG è possibile creare un unico modello energetico e valutare sulla base dello stesso modello:

  • i fabbisogni in condizioni standard per i millesimi di climatizzazione
  • i fabbisogni in condizioni di diagnosi energetica per il fattore d’uso.

Calcolo dei fabbisogni per i millesimi di climatizzazione

Con il Modulo CERTIFICATORE si costruisce il modello e si effettua il calcolo stazionario (A2 asset rating) tipico della di certificazione energetica. Dell’edificio consideriamo unicamente gli interventi eseguiti sulle parti comuni.

L’edificio è situato a Roma e costituito da 4 unità immobiliari con impianto di climatizzazione invernale centralizzato servito da un generatore di calore a gas metano con potenza utile nominale di c.a. 30KW, la produzione di acqua calda sanitaria risulta essere invece autonoma in ciascun alloggio.

Modello 3D e classificazione energetica dell’edificio della presente analisi disponibili nel Modulo CERTIFICATORE

Diagnosi energetica

Nel modello energetico dell’edificio situato a Roma, inseriamo i serramenti nuovi per l’appartamento posto al primo piano. La diagnosi dell’edificio deve rappresentare in questo caso l’edificio nello stato attuale, con tutti gli interventi eseguiti.
Manteniamo i dati climatici convenzionali, ovvero le temperature esterne standard introdotte dalla UNI 10349:2016

Andamento mensile delle temperature esterne standard nel Modulo DIAGNOSI

L’impianto rimane acceso 166 giorni per 12 ore al giorno: a differenza di quanto accade per la certificazione energetica, dove la temperatura interna è fissa ad un valore pari a 20°C costante nelle 24 ore giornaliere.

Per ciascuna zona termica impostiamo la programmazione del termostato su 12 ore di accensione e 12 ore in spegnimento.

Dopo aver impostato le condizioni reali adattate a ciascuna utenza ed aver calcolato la diagnosi energetica, i fabbisogni risultanti vengono automaticamente importati dal Modulo CONTABILIZZAZIONE, che genera i millesimi ed il prospetto previsionale.

Nella tabella sotto riportata è possibile consultare per ciascuna unità immobiliare del condominio i millesimi di climatizzazione invernale mH,i con i relativi fabbisogni QH,sys,out, calcolati in condizioni standard A2 considerando l’edificio originario.

A seguire nel prospetto previsionale di consumi e spese si possono visionare i consumi volontari QH,vol e le spese, in quota volontaria Sui,H e involontaria Sp,H, e totali per ciascuna unità immobiliare: tutti determinati come da obbligo normativo in condizioni reali adattate all’utenza A3 considerando l’edificio allo stato attuale.

Supponendo di aver erroneamente calcolato i millesimi in condizioni A2, cosa cambia tra il calcolo A2 e A3?

Risulta molto interessante per il condominio in oggetto confrontare i prospetti ottenuti valutando i fabbisogni di riscaldamento in condizioni di diagnosi A3 con i medesimi prospetti valutati, erroneamente, in condizioni standard A2: cioè senza considerare i dati climatici esterni medi reali e i profili di occupazione dell’edificio da parte degli utenti, ma con dati climatici standard e impianto sempre funzionante con temperatura interna di zona fissa a 20°C.

Nell’immediato si percepisce una cospicua variazione sulla spesa globale: calcolando il prospetto previsionale utilizzando fabbisogni da condizioni standard A2, invece che quelle effettive A3, si ottiene una maggiorazione peggiorativa di quasi 1.200 euro.
La nuova norma chiarisce finalmente che il fattore fX,inv non va applicato al fabbisogno ideale del condominio bensì all’energia stagionale effettiva, erogata dalla centrale termica ed immessa in rete di anno in anno. Oltre a non lasciare più spazio ad interpretazioni come la precedente norma, questa delucidazione non influisce solamente in previsionale ma anche nei prospetti a consuntivo. Infatti per le stagioni successive alla prima consente di ripartire le spese in modo molto più accurato e di valutare di anno in anno il fattore d’uso fX,uso dell’edificio considerando anche gli interventi sulle unità immobiliari.

TERMOLOG Modulo CONTABILIZZAZIONE calcola per ciascuna stagione di riscaldamento del prospetto a consuntivo il fattore d’uso fX,uso dell’edificio in modo da determinare, in caso di contabilizzazione indiretta, la relativa quota involontaria. Questa nuova norma ricostruisce e razionalizza tutta la procedura di riparto delle spese, scioglie dubbi e risolve criticità: per essere in linea con le importanti novità introdotte dalla UNI 10200:2018 risulta fondamentale avvalersi di strumenti di lavoro in grado di fornire tutte le informazioni indispensabili a produrre una documentazione professionale e completa.


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Laura Guerini
Laura Guerini

Sono laureata in Ingegneria Edile - Architettura e ho conseguito il diploma di abilitazione alla professione di Ingegnere – Settore civile e ambientale.
Sono autrice di numerosi articoli di approfondimento tecnico sui temi energetici e docente nei corsi organizzati presso l’Ordine degli Ingegneri di Milano per la progettazione energetica avanzata tramite la “simulazione dinamica” in conformità alla UNI EN ISO 52016:2018. Supporto inoltre la didattica nelle lezioni dei corsi di “fisica tecnica ambientale” del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano.