Il motivo per cui è fondamentale la diagnosi energetica nella contabilizzazione non risiede tanto nella valutazione del prospetto a preventivo, ma nella valutazione del consumo involontario per la singola stagione di ripartizione delle spese.
In tutti i casi di ripartizione indiretta ovvero contabilizzazione con ripartitori infatti, la nuova norma UNI 10200:2018 obbliga al calcolo del fattore d’uso ogni anno.
Questo significa che, quella che ritenevamo essere una quota fissa non è più fissa, ma cambia di anno in anno.
Se nel caso di contabilizzazione diretta il consumo involontario viene calcolato per differenza tra fabbisogno in uscita dal generatore e consumo volontario, nel caso di contabilizzazione indiretta deve essere invece determinato come frazione dell’energia prodotta dalla centrale Q
gn,out.
La quota da attribuire al consumo involontario non è più una quota fissa, calcolata una tantum dalla percentuale K
inv del prospetto 10 della norma precedente,
ma deve essere stimato un fattore d’uso fX,uso per quantificarne l’appropriata frazione f
X,inv:
Q
X,inv = Q
X,tot × f
X,inv [kWht]
dove:
Q
X,tot = consumo totale [kWht]
Il fattore d’uso rappresenta il grado di occupazione e dell’edificio: l’incidenza del consumo involontario rispetto al totale sarà tanto maggiore quanto minore è il fattore d’uso e dunque quanto più lontano è l’edificio dalla sua piena occupazione.
Oltre a non lasciare più spazio ad interpretazioni come la precedente norma, questa delucidazione non influisce solamente in previsionale ma anche nei prospetti a consuntivo. Infatti per le stagioni successive alla prima consente di ripartire le spese in modo molto più accurato e di valutare di anno in anno il fattore d’uso f
X,uso dell’edificio considerando anche gli interventi sulle unità immobiliari.