Sismabonus 110 in 3 interventi

Il Sismabonus 110 è una incredibile opportunità per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, ma quali interventi di miglioramento permettono di accedere al Sismabonus?

Le regole per il miglioramento sismico e l’applicazione dei vantaggi fiscali

Interventi locali, di miglioramento sismico, che portano al miglioramento di una o più Classi di Rischio, demolizione e ricostruzione, sostituzione della copertura: quali sono ammessi?


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Quali regole è necessario applicare per usufruire dei vantaggi del Sismabonus 110?

Rileggiamo il comma 4 dell’art. 119 della Legge 77/2020, legge di conversione e integrazione del Decreto Rilancio, che definisce i requisiti delle ristrutturazioni ammesse al Sismabonus 110:

4. Per gli interventi di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, l’aliquota delle detrazioni spettanti è elevata al 110 per cento per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021.
Per gli interventi di cui al primo periodo, in caso di cessione del corrispondente credito ad un’impresa di assicurazione e di contestuale stipulazione di una polizza che copre il rischio di eventi calamitosi, la detrazione prevista nell’articolo 15, comma 1, lettera f-bis), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, spetta nella misura del 90 per cento.
Le disposizioni del primo e del secondo periodo non si applicano agli edifici ubicati nella zona sismica 4 di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003.

4-bis. La detrazione spettante ai sensi del comma 4 del presente articolo è riconosciuta anche per la realizzazione di sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici, a condizione che sia eseguita congiuntamente a uno degli interventi di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla legislazione vigente per i medesimi interventi.

La risposta è quindi contenuta nei commi da 1-bis a 1-septies dell’art.16 del DL 63/2013 che elencano gli interventi di miglioramento ammessi sia al Sismabonus che al Sismabonus 110:

  • 1-bis, miglioramento sismico,
  • 1-ter, inclusione delle zone sismiche 1, 2 e 3,
  • 1-quater, riduzione della Classe di Rischio,
  • 1-quinquies, interventi del comma 1-quater che riguardano le parti comuni,
  • 1-sexies, inclusione delle spese per la classificazione e la verifica sismica tra le spese detraibili,
  • 1-septies, demolizione e ricostruzione.

È con questi riferimenti che è possibile affermare che possono accedere al Sismabonus 110 anche gli interventi locali e che è auspicabile che vi sia il passaggio di una o più Classi di Rischio ma che questa non è condizione necessaria.

A questi riferimenti vanno aggiunte le prescrizioni delle Norme Tecniche per le Costruzioni.
Il miglioramento sismico definito nell’art. 16 del DL63/2013 va declinato nelle distinte tipologie previste dalle Norme Tecniche:

  • riparazione o intervento locale,
  • miglioramento sismico,
  • adeguamento sismico.

Le scelte progettuali, le verifiche tecniche e amministrative e il controllo dei prerequisiti delle ‘norme fiscali’ per il Sismabonus devono quindi essere armonizzati tra loro per poter ottemperare a tutte le richieste normative e perseguire l’obiettivo di mettere in sicurezza le strutture con un vantaggio fiscale.

1 – Riparazioni o interventi locali

Tra i miglioramenti sismici che portano al Sismabonus 110 ci sono proprio gli interventi locali. L’analisi di vulnerabilità da eseguire va sempre riferita all’intera unità strutturale, ma a seguito di questa il miglioramento necessario può risultare proprio quello di riparazione e ripristino delle capacità degli elementi strutturali.

Tra questi interventi rientrano quindi quelli in grado di:

  • riparare gli elementi degradati o danneggiati,
  • ripristinare il comportamento a flessione nel piano, fuori piano o a taglio di pareti in muratura
  • ripristinare la resistenza e la rigidezza degli elementi in calcestruzzo armato
  • conferire alla struttura un comportamento scatolare
  • posticipare l’attivazione dei meccanismi locali rispetto a quelli globali.

Il miglioramento può essere realizzato riparando o ricostruendo gli elementi strutturali con la stesse tecnologia con cui sono realizzati: cuci scuci nella muratura, ristillatura dei giunti di malta, ricostruzione con incamiciatura in calcestruzzo di un pilastro.

In alternativa si possono adoperare sistemi di rinforzo compositi come FRP o FRCM.

Verifica di un sistema di rinforzo FRCM con il Modulo RINFORZI di TRAVILOG
Verifica di un sistema di rinforzo FRCM con il Modulo RINFORZI di TRAVILOG

Infine tra le riqualificazioni locali può rientrare anche la messa in opera di sistemi di rinforzo esterni e a supporto dell’elemento strutturale come tiranti, cordoli e controventi.

Progetto di un tirante con il Modulo RINFORZI di TRAVILOG
Progetto di un tirante con il Modulo RINFORZI di TRAVILOG

Ricordiamo che per accedere al Sismabonus è necessario valutare la classe di rischio prima e dopo la riqualificazione. Per i rinforzi su edifici in muratura si utilizza il metodo semplificato, che ha come scopo suggerire gli interventi locali in grado di apportare un miglioramento sismico per gli edifici. Il metodo semplificato risulta particolarmente ottimale nel caso di edifici con caratteristiche costruttive piuttosto critiche che non permettono una valutazione globale o quantitativa della vulnerabilità.

Classe di Rischio, metodo semplificato, con il Modulo CLASSIFICAZIONE di TRAVILOG
Classe di Rischio, metodo semplificato, con il Modulo CLASSIFICAZIONE di TRAVILOG

Circa le ristrutturazioni che portano ad un miglioramento locale è importante ricordare anche le novità degli ultimi mesi nell’ambito delle pratiche amministrative. L’introduzione e la successiva modifica dell’art. 94 bis del DPR 380 alleggeriscono l’onere amministrativo per gli interventi locali attraverso l’inclusione nelle opere di minore rilevanza.

La triplice coniugazione degli interventi locali nei tre comparti nomativi finora citati (fiscale, tecnico e amministrativo) è la chiave corretta per un pieno controllo ed una corretta progettazione di questi lavori strutturali e per garantire l’accesso al Sismabonus al committente.

2 – Sostituzione della copertura

Uno dei miglioramenti strutturali più diffuso per un edificio esistente è la riparazione o sostituzione della copertura: può rientrare nel Sismabonus 110?

La due possibili soluzioni che portano all’inclusione della sostituzione della copertura nel Sismabonus sono:

  1. sostituzione di un tetto spingente o con criticità costruttive che portino a vulnerabilità sismica,
  2. realizzazione di un cordolo sommitale o altro intervento simile che richieda la rimozione e sostituzione della copertura.

Nel caso a) il Sismbaonus è direttamente applicabile anche alla sostituzione della copertura; ovviamente è necessario valutare la sicurezza della struttura e attestare gli aspetti di vulnerabilità dovuti alla copertura.

Nel caso b) la valutazione di sicurezza e il progetto di miglioramento sismico riguardano gli elementi verticali, il contrasto dei meccanismi fuori piano ed il raggiungimento di un comportamento scatolare per la struttura. Ma la sostituzione della copertura risulta così un intervento correlato al miglioramento sismico ed è ammesso nelle spese coperte dal Sismabonus 110 entro lo stesso limite di spesa.

È possibile anche una combinazione delle due casistiche a) e b) e di fatto il principio di inclusione nel Sismabonus 110 di manutenzione straordinaria correlata al miglioramento sismico può essere esteso anche ad altri elementi strutturali come i solai, le pareti e le loro finiture.

Nelle Linee Guida per il Sismabonus redatte a Luglio 2019 dall’Agenzia delle Entrate ritroviamo questa affermazione:

Anche per i lavori antisismici, come per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, vale il principio secondo cui l’intervento di categoria superiore assorbe quelli di categoria inferiore ad esso collegati (risoluzione n. 147/E del 29 novembre 2017). La detrazione prevista per gli interventi antisismici può quindi essere applicata, per esempio, anche alle spese di manutenzione ordinaria (tinteggiatura, intonacatura, rifacimento di pavimenti, eccetera) e straordinaria, necessarie al completamento dell’opera.

In caso di sostituzione della copertura la valutazione di miglioramento sismico dovrà tenere conto dei meccanismi locali contrastati e degli effetti globali della riqualificazione in termini di rigidezza; nella maggior parte dei casi si tratta di una ristrutturazione che può rientrare tra gli interventi locali.

Valutazione dei meccanismi locali di collasso con il Modulo MURATURE di TRAVILOG
Valutazione dei meccanismi locali di collasso con il Modulo MURATURE di TRAVILOG

Il progetto di sostituzione della copertura o di riparazione dovrà ovviamente rispettare le prescrizioni di cui alle Norme Tecniche per le Costruzioni, questo a prescindere dell’accesso al Sismabonus.

Progetto di una copertura con il Modulo LEGNO di TRAVILOG
Progetto di una copertura con il Modulo LEGNO di TRAVILOG

3 – Demolizione e ricostruzione

Ecco un caso dalle molteplici letture. L’applicabilità del Sismabonus alla demolizione e ricostruzione è infatti tra i temi più dibattuti.
Il caso di demolizione e ricostruzione può ricadere tra le riqualificazioni oggetto di ampliamento e ovviamente di adeguamento sismico. È proprio il comma 1-septies dell’art. 16 del DL 63/2013 già menzionato a introdurre la possibilità di ampliamento nella demolizione e ricostruzione, laddove le norme urbanistiche vigenti lo consentano.
L’ampliamento volumetrico va considerato sotto i tre aspetti amministrativo, fiscale e tecnico.

Dal punto di vista amministrativo l’ampliamento è possibile se previsto dalle regole urbanistiche locali, in questa direzione va il DL Semplificazioni di questa estate. Ovvero il poter o meno ampliare segue le regole comunali.
Sul piano fiscale il titolo edilizio che si utilizza diventa vincolo per l’applicabilità o meno dei vantaggi. Il titolo edilizio deve essere di ristrutturazione edilizia ovvero di conservazione del patrimonio edilizio esistente e non di nuova costruzione, così come ricordato nelle Linea Guida per il Sismabonus e nella ris. 34/E del 2018 dell’Agenzia dell’Entrate.Le spese che rientrano nel Sismabonus in caso di demolizione e ricostruzione si calcolano direttamente moltiplicando l’aliquota di detrazione per il prezzo di acquisto della singola unità immobiliare, sempre nel limite di 96.000 euro per u.i., anche in caso di ampliamento.
Questo però non significa che tutte le spese relative ad ampliamenti possono beneficiare del vantaggio fiscale del Sismabonus. Tali spese sono agevolabili se necessarie per il miglioramento simico dell’edificio. Se infatti l’ampliamento è legato ad una esigenza architettonica o di trasformazione edilizia rientreranno tra le spese coperte da Sismabonus solo le opere che portano ad un miglioramento sismico.

Miglioramento sismico e sopraelevazione progettato con i Moduli MURATURE e ACCIAIO di TRAVILOG
Miglioramento sismico e sopraelevazione progettato con i Moduli MURATURE e ACCIAIO di TRAVILOG

Cosa dicono le Norme Tecniche? L’ampliamento volumetrico ricade tra le ristrutturazioni che richiedono l’adeguamento sismico della struttura preesistente. L’analisi di vulnerabilità sismica dello stato di progetto dovrà quindi riportare le capacità dei nuovi elementi strutturali, ma soprattutto verificare resistenza e capacità deformativa degli elementi esistenti.

La valutazione della Classe di Rischio infine è sempre necessaria sia per lo stato di fatto che per lo stato di progetto; tuttavia in caso di demolizione e ricostruzione la relazione conoscitiva dello stato di fatto da allegare alla pratica Sismabonus non è necessaria, così come indicato dall’allegato B del DM 329/2020.

Pratica Sismabonus con il Modulo CLASSIFICAZIONE di TRAVILOG
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Ingegnere civile dedicato al calcolo strutturale, svolge l’attività di analista strutturale per lo sviluppo di codici di calcolo strutturali.
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