Prevenire i rischi di cantiere si può

Le attività che si svolgono nei cantieri edili espongono i lavoratori a rischi più elevati e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali o collettivi non è spesso sufficiente ad eliminarli o attenuarli. La via più efficiente per rendere sicure le attività lavorative è sancita dal Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (TU 81/2008) che nel Titolo IV delinea la principale responsabilità (e la conseguente sanzione in caso di inadempienza) per le figure deputate alla gestione della sicurezza nei cantieri edili: redigere i piani di sicurezza.

Come usare PSC e POS per valutare la sicurezza delle lavorazioni

I piani di sicurezza sono quei documenti tecnici in cui si riassume la valutazione dei rischi condotta e si definiscono le misure preventive e protettive in grado di risolverli o attenuarli: in altri termini costituiscono il progetto della sicurezza.

Sono strumenti fondamentali che nel tempo hanno indubbiamente contribuito a diffondere la cultura della sicurezza nei cantieri producendo l’effetto sperato di diminuire via via gli infortuni sul lavoro; grazie ai piani di sicurezza la vita di cantiere viene analizzata nel dettaglio per stabilire quali situazioni mettano a rischio l’incolumità dei lavoratori nello svolgimento delle proprie attività.

In questo focus indaghiamo nel dettaglio i diversi tipi di rischio trattati nei due principali piani di sicurezza che interessano i cantieri temporanei e mobili: il Piano Operativo di Sicurezza (POS) ed il Piano di sicurezza e coordinamento (PSC). Successivamente approfondiamo i rischi legati alle lavorazioni mettendo in luce la differenza tra le valutazioni condotte nel POS e quelle presenti nel PSC.

Le schede per la valutazione dei rischi in fase di lavorazione sono prodotte con il software SCHEDULOG in conformità ai modelli semplificati (DM 09/09/2014).

I rischi durante le attività di cantiere

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La valutazione dei rischi nel PSC

Il Piano di sicurezza e coordinamento è il documento che descrive tutte le fasi operative previste nelle attività del cantiere, individua le fasi critiche del processo di costruzione e suggerisce le azioni che possono prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Il PSC è obbligatorio nei cantieri con la presenza anche non contemporanea di più imprese ed ha lo scopo di individuare scelte organizzative e misure di coordinamento per ridurre o attenuare:

  • rischi che l’area circostante comporta per il cantiere, per l’eventuale presenza di lavori stradali e autostradali, linee elettriche aeree o condutture sotterranee di servizi, fossati, altri cantieri, viabilità, ecc;
  • rischi che il cantiere può comportare per l’area circostante, per l’eventuale presenza di obiettivi sensibili, quali scuole ed ospedali, all’esposizione a polveri, rumore, investimento per circolazione dei mezzi di cantiere, ecc;
  • rischi causati dalle specifiche lavorazioni, dai materiali utilizzati e dagli impianti e attrezzature utilizzate in cantiere;
  • le interferenze tra le diverse lavorazioni di più imprese, con approfondimenti in merito a particolari fasi più complesse e rischiose per le quali verranno previste specifiche misure di coordinamento anche in merito all’uso comune di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture e mezzi di protezione collettiva e individuale.

Facendo direttamente riferimento al TU 81/2008, troviamo i seguenti contenuti minimi per l’analisi dei rischi (punto 2.1.2. Allegato XV al D.Lgs. n.81/2008): 2.1.2. Il PSC contiene almeno i seguenti elementi:

  • c) una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi concreti, con riferimento all’area ed alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni ed alle loro interferenze;
  • d) le scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e protettive, in riferimento:
    • 1) all’area di cantiere, ai sensi dei punti 2.2.1 e 2.2.4;
    • 2) all’organizzazione del cantiere, ai sensi dei punti 2.2.2 e 2.2.4;
    • 3) alle lavorazioni, ai sensi dei punti 2.2.3 e 2.2.4;
  • e) le prescrizioni operative, le misure preventive e protettive ed i dispositivi di protezione individuale, in riferimento alle interferenze tra le lavorazioni, ai sensi dei punti 2.3.1, 2.3.2 e 2.3.3;
  • f) le misure di coordinamento relative all’uso comune da parte di più imprese e lavoratori autonomi, come scelta di pianificazione lavori finalizzata alla sicurezza, di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva di cui ai punti 2.3.4 e 2.3.5;
  • g) le modalità organizzative della cooperazione e del coordinamento, nonché della reciproca informazione, fra i datori di lavoro e tra questi ed i lavoratori autonomi;
  • h) l’organizzazione prevista per il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori, nel caso in cui il servizio di gestione delle emergenze é di tipo comune….

Il PSC ha quindi il compito di definire i rischi derivanti dall’interazione sia tra i soggetti che operano all’interno del cantiere (nell’utilizzo di spazi e attrezzature comuni) sia tra addetti attivi in cantiere e realtà presenti nell’ambiente circostante. Le soluzioni che vengono proposte nei piani di sicurezza sono principalmente misure di coordinamento e pianificazione dell’area di cantiere e delle attività.

Schema dei RISCHI trattati nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC)

In riferimento ai rischi delle lavorazioni, il TU 81/2008 specifica al punto 2.2.3 dell’Allegato XV:

2.2.3. In riferimento alle lavorazioni, il coordinatore per la progettazione suddivide le singole lavorazioni in fasi di lavoro e, quando la complessità dell’opera lo richiede, in sottofasi di lavoro, ed effettua l’analisi dei rischi presenti, con riferimento all’area e alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni e alle loro interferenze, ad esclusione di quelli specifici propri dell’attività dell’impresa. Nel PSC troviamo trattati i rischi di elevata entità in termini di pericolosità infortunistica, specialmente se combinati con l’ambiente o l’area in cui vengono svolte le attività. Si escludono invece i rischi “specifici propri dell’attività dell’impresa” legati alle lavorazioni, perché queste sono dettagliate nel POS che costituisce dunque il naturale completamento del PSC e non una mera ripetizione di concetti.

La valutazione dei rischi nel POS

Il Piano Operativo di Sicurezza è il documento che sintetizza l’ organizzazione della sicurezza di un’impresa che si trova ad operare in uno specifico cantiere. Nel POS si definiscono le figure dell’impresa coinvolte nei lavori (datore di lavoro, dipendenti, lavoratori autonomi) e le relative mansioni, soprattutto quelle specifiche ai fine della sicurezza; viene descritta l’organizzazione del servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori in coerenza con quanto indicato nel PSC; è allegata la documentazione in merito all’informazione e formazione fornite a ciascun lavoratore ed infine sono descritte le attività lavorative svolte dall’impresa con particolare riguardo ai turni di lavoro, alle procedure ed alle misure preventive stabilite per ridurre al minimo tutti i rischi rilevati.

Il POS è sempre obbligatorio e deve essere redatto per ogni cantiere edile dal Datore di Lavoro di ciascuna delle imprese esecutrici presenti. Il POS si presenta con un taglio estremamente operativo ed organizzativo: dichiara le responsabilità dei diversi soggetti, sottolinea il livello di formazione dei lavoratori in materia di sicurezza e delinea le modalità di gestione delle emergenze. Queste sono le basi principali ed imprescindibili delle modalità di gestione della sicurezza in cantiere: responsabilitàformazioneorganizzazione.

Se ci chiediamo dunque quali rischi vengano trattati nel POS, la risposta è che la valutazione dei rischi è legata alle modalità di svolgimento delle lavorazioni e all’utilizzo di macchineattrezzi e sostanze pericolose per svolgere le varie mansioni. Le soluzioni proposte per attenuare i rischi rilevati sono l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e l’organizzazione pianificata dei turni di lavoro in base al livello di esposizione ai rischi.

Schema dei RISCHI trattati nel Piano Operativo di Sicurezza (POS)

Facendo direttamente riferimento al TU 81/2008, troviamo i seguenti contenuti minimi per l’analisi dei rischi (punto 3.2.1. Allegato XV al D.Lgs. n.81/2008):3.2.1. Il POS è redatto a cura di ciascun datore di lavoro delle imprese esecutrici, ai sensi dell’articolo 17 del presente decreto, e successive modificazioni, in riferimento al singolo cantiere interessato; esso contiene almeno i seguenti elementi:

  • c) la descrizione dell’attività di cantiere, delle modalità organizzative e dei turni di lavoro;
  • d) l’elenco dei ponteggi, dei ponti su ruote a torre e di altre opere provvisionali di notevole importanza, delle macchine e degli impianti utilizzati nel cantiere;
  • e) l’elenco delle sostanze e miscele pericolose* utilizzate nel cantiere con le relative schede di sicurezza;
  • f) l’esito del rapporto di valutazione del rumore;
  • g) l’individuazione delle misure preventive e protettive, integrative rispetto a quelle contenute nel PSC quando previsto, adottate in relazione ai rischi connessi alle proprie lavorazioni in cantiere;
  • h) le procedure complementari e di dettaglio, richieste dal PSC quando previsto;
  • i) l’elenco dei dispositivi di protezione individuale forniti ai lavoratori occupati in cantiere;
  • l) la documentazione in merito all’informazione ed alla formazione fornite ai lavoratori occupati in cantiere.

I rischi in riferimento alle lavorazioni

Da quanto descritto in precedenza, è possibile trarre in maniera estremamente sintetica quali siano le differenze tra POS e PSC nella trattazione dei rischi di cantiere: il PSC si occupa di definire i rischi legati all’area di cantiere ed alle lavorazioni con lo scopo di stabilire procedure operative e misure di coordinamento; il POS invece si occupa dei rischi nello svolgimento delle attività e nell’utilizzo di macchine, attrezzi e sostanze pericolose con lo scopo di definire i dispositivi di protezione individuali e organizzare modalità e turni di lavoro.

Sia il POS che il PSC includono dunque l’elenco delle attività svolte in cantiere ma le analizzano in modo molto diverso. Non si dimentichi poi che il POS viene redatto da ciascuna impresa esecutrice operante in cantiere mentre il PSC è il piano dell’intero cantiere. Ciascun POS pertanto tratta le attività svolte dalla singola impresa mentre il PSC raccoglie tutte le lavorazioni che portano alla realizzazione dell’opera.

Passiamo dunque ai contenuti dei piani e vediamo nel dettaglio la valutazione dei rischi associati alle attività lavorative mettendo a confronto quanto richiesto nel POS e quanto richiesto nel PSC. Per una trattazione più chiara e sintetica si fa riferimento alle schede previste nei modelli semplificati introdotti con il DM 09/09/2014. Di fatto questi modelli non modificano o aggiungono nulla riguardo ai contenuti dei piani di sicurezza ma si propongono con l’obiettivo di disciplinare il lavoro di sintesi delle valutazioni di rischio condotte e delle misure preventive e protettive da adottare in cantiere.

Nella seguente immagine proponiamo la scheda di valutazione dei rischi del PSC in riferimento all’attività di posa in opera di pannelli isolati per coibentazione di pareti di facciata. Lo stesso schema è da applicare per tutte le lavorazioni che si svolgono nel cantiere con lo sviluppo temporale dettagliato nel cronoprogramma dei lavori. I box mettono in risalto i contenuti principali dell’analisi.

Scheda di valutazione dei rischi nel PSC per l’attività di posa di pannelli isolanti (cappotto esterno) redatta con SCHEDULOG

Per ciascuna fase deve essere indicata una breve descrizione dell’attività senza citazioni da letteratura e senza riferimenti normativi relativi alle procedure di realizzazione per cui potrebbero invece essere utili (e citate) tavole e disegni esplicativi. Si trova poi l’elenco dei rischi specifici prevedibili per l’attività, dettagliato fornendo indicazioni relative alle scelte progettuali ed organizzativealle procedurealle misure preventive e protettive ed infine alle misure di coordinamento. Di cosa si tratta?

  • Scelte progettuali ed organizzative: si intendono tutte quelle scelte condotte in fase di progettazione dell’opera da parte sia del progettista che del coordinatore della sicurezza al fine di determinare le tecniche costruttive e tecnologiche (scelte progettuali) nonché la pianificazione temporale e spaziale dei lavori (scelte organizzative) che consentano di eliminare o ridurre al minimo i rischi sul lavoro.
  • Procedure: si tratta di definire il modo più sicuro per procedere nei lavori, indicando eventualmente una sequenza prefissata delle attività.
  • Misure preventive: sono tutte quelle azioni volte a ridurre l’esposizione dei lavoratori ai rischi; si tratta di attività di formazione e informazione nonché di addestramento nell’utilizzo di macchine, attrezzature e apprestamenti.
  • Misure protettive: si tratta di misure attive e passive di protezione nel momento in cui il lavoratore sia effettivamente esposto al rischio. Sono misure attive i dispositivi di protezione individuale che è necessario indossare o i sistemi di emergenza da attivare (estintori, blocchi di processo, …), mentre sono misure passive quelle che proteggono i lavoratori indipendentemente dalla loro volontà o messa in opera (dispositivi di protezione collettiva, sistema automatico di estinzione di incendi,ecc).
  • Misure di coordinamento: viene stabilito chi è il responsabile dell’attuazione di tutte le misure di contenimento del rischio previsto e come deve operare.

Nel POS la scheda di valutazione della stessa attività presentata per il PSC assume la forma rappresentata in figura

Scheda di valutazione dei rischi nel POS per l’attività di posa di pannelli isolanti (cappotto esterno) redatta con SCHEDULOG

La fase lavorativa contiene la descrizione dell’attività con l’elenco delle sottofasi; l’eventuale utilizzo di sostanze chimiche pericolose, i rischi rilevati ed i dispositivi di protezione con i criteri di utilizzo nell’area dedicata alle misure preventive e protettive. Un’ampia parte è dedicata all’organizzazione della lavorazione, in cui si delineano eventuali sottofasi o procedure, e alla definizione dei turni di lavoro per il totale di giornate lavorative impegnate. Sottolineiamo che l’elenco di macchine ed attrezzature è correlato all’attività in cui vengono utilizzate e non è un elenco, con relative analisi di esposizione a rischi specifici, scollegato dal contesto in cui il rischio stesso si presenta.

Stabilite le differenze di analisi delle fasi lavorative nel POS e nel PSC, concludiamo definendo l’ elemento di collegamento tra i due piani di sicurezza: la verifica di idoneità del POS.

La verifica di idoneità del POS

La progettazione della sicurezza di cantiere segue alcune fasi mostrate con successione temporale nella seguente figura:

Schema dell’iter di approvazione del POS

L’ultima fase è quella essenziale per il completamento dell’analisi dei rischi, specialmente quelli connessi alle lavorazioni. La verifica di idoneità del POS è un’operazione di controllo eseguita dal coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (CSE) per verificare che la pianificazione dei lavori eseguita dalle singole imprese sia coerente con le misure di prevenzione e le procedure particolari individuate nel PSC.
Indubbiamente tale attività consente di ridurre la diffusione dei piani operativi che altro non sono che fotocopie dei PSC o, ancor peggio, di POS generici di altri cantieri. A tal scopo sono disponibili alcune check list che il coordinatore può utilizzare per indirizzare il controllo dei contenuti del POS.

Check list per il CSE da utilizzare per la verifica di idoneità del POS, ottenuta con SCHEDULOG

L’utilizzo di un software dedicato alla sicurezza in cantiere come SCHEDULOG aiuta ad ottenere POS e PSC completi, facili da comprendere e consente un controllo più accurato sui rischi a cui i lavoratori sono esposti. È senz’altro un supporto indispensabile per progettare correttamente la sicurezza e proteggere l’incolumità dei lavoratori in cantiere.


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Ingegnere per l’Ambiente ed il Territorio, con specializzazione in Geotecnica e Difesa del Territorio e svolgo attività professionale presso la software house Logical Soft.
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