Il caro bolletta porta in primo piano la necessità di ridurre i consumi: vediamo come ottenerlo grazie a un esempio pratico di diagnosi energetica per un condominio. Analizziamo quindi quali sono i 7 passi fondamentali della diagnosi energetica e individuiamo gli interventi migliorativi che riducono i consumi e le bollette.
Cos’è la diagnosi energetica?
Cominciamo innanzi tutto con una definizione. La diagnosi energetica è un metodo di analisi che parte dall’uso reale dell’edificio e definisce interventi migliorativi che riducono i consumi. Ma come si realizza correttamente una diagnosi energetica? Lo scopriamo con questo esempio di diagnosi di un condominio che si svolge attraverso 7 passaggi fondamentali. Per ottenerla, ci basiamo sul flusso di lavoro descritto nelle Linee Guida ENEA per la diagnosi energetica degli edifici.
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Qual è la differenza tra diagnosi energetica e certificazione energetica?
Diagnosi energetica e certificazione energetica APE sono profondamente diverse. La certificazione infatti fornisce un metodo standard per classificare un edificio rispetto ad un altro. La diagnosi energetica invece ci consente di conoscere i consumi reali, i difetti dell’edificio e come migliorarlo.

1 -Esempio diagnosi energetica: la raccolta dati
Come tutte le attività di analisi energetica sull’esistente, anche la diagnosi parte dal sopralluogo e dalla raccolta dei dati sul campo.
Ci troviamo così nella fase iniziale del diagramma di flusso della diagnosi, il momento nel quale il REDE (Referente per la Diagnosi Energetica) intervista gli utilizzatori dell’edificio e raccoglie informazioni sul comportamento e sull’uso che l’utenza fa dell’edificio.
In questa fase i dati fondamentali da acquisire sono:
- Geometrie e dimensioni dell’edificio
- Caratteristiche dell’involucro e degli impianti
- Profili di occupazione dell’edificio
- Raccolta di interventi di riqualificazione precedenti, unità immobiliari sfitte per lunghi periodi, fermo impianti per manutenzioni straordinarie
- APE o Relazioni tecniche ex-Legge 10 eventualmente prodotte in precedenza
- Dettaglio dei dati climatici esterni relativi ad almeno gli ultimi tre anni
- Bollette di tutti i combustibili utilizzati nell’edificio almeno degli ultimi tre anni
2 – Inventario energetico e indicatori di prestazione effettiva
Ricordiamo innanzi tutto che la prestazione energetica dell’edificio è basata su 6 servizi di calcolo: riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ventilazione, illuminazione e trasporto. Ma come possiamo determinare quali servizi consumano di più?
Lo strumento più utile in questo caso è l’inventario energetico che definisce per ogni combustibile come si distribuiscono i servizi sul consumo totale. Naturalmente, per costruire questo inventario si parte dalle bollette degli ultimi tre anni. In questo modo si evitano anni particolarmente caldi o utilizzi particolari.

Nel nostro esempio di diagnosi energetica l’impianto centralizzato è una caldaia a gas naturale. Inoltre, consideriamo il vettore energia elettrica che viene utilizzato per mettere in moto le pompe di circolazione e gli ausiliari degli impianti.
Dividiamo il consumo di gas naturale tra ACS e Riscaldamento ipotizzando che il consumo di acqua calda rimanga costante nei diversi mesi dell’anno. Il resto quindi sarà attribuito al riscaldamento.

L’inventario energetico: energia elettrica
Per l’energia elettrica si raccolgono tutti gli elementi che richiedono alimentazione elettrica. La stima del peso di ciascun servizio può essere fatta considerando la potenza degli impianti elettrici e delle pompe di circolazione per le ore effettive di funzionamento degli impianti.
Nel nostro caso otteniamo questo inventario per l’energia elettrica, dove si distinguono tutti i servizi.

In buona sostanza, costruire la torta dell’inventario energetico significa evidenziare quali servizi necessitano di azioni di contenimento dei consumi. Ecco perché l’inventario energetico è alla base della diagnosi.
3 – Modellazione del condominio e calcolo dei consumi
La diagnosi energetica richiede la costruzione di un modello. Per il nostro condominio abbiamo definito involucro e impianto completi di tutte le caratteristiche delle strutture e dei sistemi di generazione. Oltre all’edificio oggetto di studio abbiamo anche inserito il contesto. Infatti gli alberi e gli edifici a contorno gettano ombre che riducono gli apporti solari.

Dopo aver costruito il modello dobbiamo adattarlo all’utenza, ai consumi effettivi e alle condizioni d’uso reali. In particolare inseriamo:
- Il clima esterno
Indichiamo le temperature esterne reali registrate almeno negli ultimi tre anni.
- Le temperature effettive di utilizzo
Per ciascuna zona termica si inserisce il profilo di temperatura o la programmazione del termostato. Determiniamo così la temperatura di calcolo corrispondente alla temperatura realmente mantenuta negli ambienti.
- I giorni e le ore reali di accensione dell’impianto
- I ricambi d’aria dell’edificio, gli apporti interni della zona, i fabbisogni di acqua calda
4 – Calibrazione del modello di diagnosi energetica
Come stabiliamo se il modello rappresenta effettivamente la situazione reale dell’edificio? Il modello di calcolo deve corrispondere all’uso reale dell’edificio. Solo così gli interventi migliorativi potranno essere considerati affidabili.
Calibrare il modello significa validarlo e per farlo si confrontano i risultati ottenuti dal calcolo con le bollette inserite. Per ogni vettore e per ogni servizio si calcola l’indice di calibrazione k, che deve essere contenuto entro +- 5% di scostamento.

Nel nostro esempio di diagnosi energetica abbiamo ottenuto un indice di poco superiore al 2%. Questo significa che il modello di calcolo dell’edificio è valido e possiamo passare al progetto dei miglioramenti.

5 – Individuare le azioni di miglioramento energetico
Con la diagnosi energetica, quindi, si studia l’uso reale e si rendono evidenti i difetti energetici dell’immobile per capire quali azioni di miglioramento energetico possibili. Spesso infatti individuiamo interventi che non solo migliorano le condizioni dell’edificio, ma anche il comfort per coloro che ci abitano.
Per il condominio che stiamo analizzando prevediamo:
- l’isolamento a cappotto per contenere le dispersioni
- la sostituzione dei serramenti per migliorare anche le prestazioni acustiche delle facciate.

Per esaminare al meglio gli scenari migliorativi, valutiamo prima gli interventi singolarmente e poi li combiniamo tra loro. Ricordiamo infatti che, nella maggioranza dei casi il risparmio ottenuto da un insieme di interventi non è la somma dei singoli risparmi. Alcuni interventi interferiscono tra di loro: ad esempio sostituire contemporaneamente le strutture opache e quelle finestrate modifica il rapporto tra apporti e dispersioni.
Anche applicare il cappotto e sostituire il generatore crea un’interferenza: l’efficienza e la potenza del generatore sono influenzate dagli effetti del cappotto termico.
6 – Esempio di diagnosi energetica: stima dei risparmi e analisi dei benefici
Dopo aver analizzato gli interventi è necessario prendere una decisione. Tra tutti gli interventi proposti dobbiamo scegliere quello che realizza il miglior rapporto costi benefici e soddisfa le attese dei nostri committenti.
Utilizziamo il calcolo del VAN secondo la norma UNI 15459 per ottenere l’indice di profitto, i flussi di cassa e il payback. Nell’ipotesi di realizzare tutti gli scenari previsti, quindi, l’intervento si ripagherà in poco più di 9 anni.

7 – Report della diagnosi energetica
La nostra diagnosi termina con il report di stampa. Le stesse Linee Guida ENEA per la diagnosi energetica degli edifici suggeriscono uno standard di relazione. La relazione deve evidenziare la situazione iniziale, gli interventi analizzati e i risparmi conseguibili con il miglioramento scelto.
TERMOLOG è il software per la diagnosi energetica che produce la relazione di calcolo secondo le Linee Guida ENEA.
Ecco l’indice del documento di diagnosi ottenuto per il nostro caso studio.
- 1. PREMESSA METODOLOGICA
- 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
- 3. PRESENTAZIONE GENERALE DEL SITO
- 3.1 DATI GEOGRAFICI
- 3.2 CLIMATIZZAZIONE INVERNALE
- 3.3 CLIMATIZZAZIONE ESTIVA
- 3.4 LOCALIZZAZIONE DELL’EDIFICIO NEL CONTESTO URBANO
- 4. DESCRIZIONE DEL SISTEMA EDIFICIO IMPIANTO
- 4.1 DESCRIZIONE DELL’INVOLUCRO
- 4.2 RILIEVO FOTOGRAFICO DELL’INVOLUCRO
- 4.3 CARATTERISTICHE DELLE STRUTTURE
- 4.4 SCAMBI TERMICI
- 4.5 DESCRIZIONE DEI SISTEMI IMPIANTISTICI
- 4.6 RILIEVO FOTOGRAFICO DEI SISTEMI IMPIANTISTICI
- 4.7 CARATTERISTICHE TECNICHE DEI SISTEMI IMPIANTISTIC
- 5. ANALISI DEI CONSUMI ENERGETICI
- 5.1 BOLLETTE ENERGETICHE
- 5.2 INVENTARIO ENERGETICO
- 6. DATI CLIMATICI E CONDIZIONI DI UTILIZZO REALI
- 6.1 DATI CLIMATICI REALI
- 6.2 TEMPI DI FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO
- 6.3 CONDIZIONI DI UTILIZZO REALI
- 7. CALIBRAZIONE DEL SISTEMA EDIFICIO IMPIANTO
- 8.1 SCENARIO DI INTERVENTO MIGLIORATIVO – Scenario collettivo
- 8.1.1 DETTAGLIO DEI SINGOLI INTERVENTI
- 8.1.a TEMPO DI RITORNO SEMPLICE
- 8.1.b ANALISI ECONOMICA (UNI EN 15459)
Conclusioni
Da un lato le ristrutturazioni con i bonus fiscali, dall’altro il caro bolletta: sono molti i fattori che oggi spingono i proprietari dell’immobile a voler ridurre i consumi e di conseguenza le bollette.
Tuttavia per convincere il committente è indispensabile mostrare in modo concreto quanto può risparmiare investendo in una riqualificazione energetica. Questo è proprio l’obiettivo della diagnosi energetica che parte dai consumi reali. Seguendo i 7 passi delle linee guida ENEA, come abbiamo fatto in questo esempio di diagnosi energetica con TERMOLOG, possiamo aiutare il committente a scegliere l’intervento migliore per ottenere il maggior risparmio.
Diagnosi energetica di un condominio?
Ingegnere Edile, esperta in analisi energetica degli edifici e product manager del software TERMOLOG di Logical Soft.
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