Sblocco cessione del credito

Esaminiamo le misure al vaglio per il tanto atteso sblocco della cessione del credito nel Superbonus: la dilazione in 10 anni, l’utilizzo degli F24, i prestiti ponte alle imprese o l’aggiunta di un passaggio per la cessione del credito.

Sblocco cessione del credito
Sblocco cessione del credito

Come è noto il DL Aiuti Quater già in vigore ha introdotto alcune misure per lo sblocco della cessione del credito legate al Superbonus. Non serve ricordare le difficoltà che numerose imprese stanno attraversando dovute a una carenza di liquidità nonostante – o a causa – dei numerosi crediti incamerati.

Tuttavia l’unica misura presente nel Decreto Aiuti Quater non soddisfa certo a pieno la richiesta del mercato. In pratica, si tratta della rimodulazione da 5 a 10 anni dei crediti già ceduti.

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Vediamo quindi cosa c’è sul tavolo e quali ipotesi probabilmente passeranno nella conversione in legge del decreto o direttamente nella Legge di Bilancio 2023.

Come funziona la cessione del credito per il Superbonus

Prima di parlare dello sblocco della cessione del credito ricapitoliamo rapidamente qual è il meccanismo fiscale alla base.

Le detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione degli edifici non sono certo una novità. L’aspetto eclatante del Superbonus è tuttavia legato a più fattori:

  • l’aliquota delle detrazioni è portata al 110%
  • il beneficiario ottiene il rimborso direttamente nella dichiarazione dei redditi, pagando meno tasse. Questo però avviene in 5 anni invece che 10 .

Chi non ha liquidità, o non ha sufficiente capienza fiscale, può accedere comunque ai lavori di riqualificazione energetica e sismica grazie a due strumenti:

  • lo sconto in fattura, se l’impresa è d’accordo
  • la cessione del credito a un intermediario finanziario.

Nel primo caso i fornitori acquistano il credito dal contribuente che vuole eseguire i lavori facendo uno sconto su quanto deve pagare (quindi incassano meno). Successivamente scaricano il credito acquisito dalle tasse che devono pagare.

Nel secondo caso il beneficiario trasferisce la detrazione fiscale a un altro soggetto, tipicamente l’istituto di credito. Il vantaggio è duplice: da un lato chi deve fare i lavori recupera liquidità in qualche mese. Dall’altro la banca che compra ha nel credito di imposta un investimento sicuro a seguito dell’iter di controllo.

Le misure antifrodi e il limite alle cessioni del credito

Com’è noto il numero delle cessioni ha subito molteplici modifiche: si va dalla drastica stretta del Decreto Antifrodi al Decreto Aiuti divenuto poi Legge di conversione n. 91 del 15/07/2022. Quest’ultimo, per favorire lo sblocco della cessione del credito, aveva consentito alle banche e agli intermediari di cedere il credito incamerato a favore dei clienti diversi dai consumatori, anche prima che fosse esaurito il numero di cessioni possibile.

Per semplificare questa è la situazione allo stato attuale:

  • la prima cessione è libera verso qualunque soggetto
  • la seconda e la terza cessione possono essere fatte solo a organismi sotto la vigilanza della Banca d’Italia (banche e similari)
  • La quarta cessione può essere fatta dalla banca ai propri clienti con Partita Iva che abbiano un conto corrente attivo

Crediti ceduti rimodulati da 5 a 10 anni

Vediamo la prima delle soluzioni al vaglio che possiamo dare tutto sommato per certa nella sua trasformazione da Decreto a Legge.

Questa prima misura era già presente nel Decreto Aiuti Quater e vale per i creduti ceduti entro il 31/10/2022. Come funziona? In pratica, se il soggetto ha in pancia un credito ma è troppo alto per la sua capienza fiscale invece che recuperarlo su 4 o 5 anni può rimodularlo su 10 anni.

Questa misura guarda soprattutto alle imprese che attraverso lo sconto in fattura hanno incamerato molti crediti di imposta. Il rischio più probabile per il fornitore, infatti, è che, non avendo capienza fiscale sufficiente, perda il credito. Quindi il vantaggio sta proprio nel non perderlo. Lo svantaggio naturalmente è la perdita di valore del credito nell’arco di 10 anni, peggiorato anche dall’inflazione sempre più alta.

Sblocco cessione del credito: la proposta di ABI e ANCE

Vediamo ora la proposta fatta da ABI e ANCE avanzata già questa estate e riproposta a novembre. Sappiamo che le Banche hanno immagazzinato un grosso volume di crediti di imposta proveniente sia dai contribuenti sia dalle imprese che hanno fatto sconto in fattura e poi riceduto il crdedito. Da qui, il famoso stop a nuove cessioni del credito.

La proposta, in sintesi, è di:

“…ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dagli intermediari.”

Comunicato ABI ANCE 22/11/2022

In pratica la Banca trasforma in liquidità un credito di imposta. Infatti la banca incassa la liquidità da chi deve pagare un debito attraverso l’F24. Ma a sua volta la banca paga allo Stato un debito, l’F24, con un credito di imposta che è sicuro perché verificato dall’intermediario stesso. Si parla non dell’intero volume degli F24 ma dell’1%. Si tratta comunque di una cifra enorme.

Il vantaggio è diretto per la Banca che trasforma in liquidità una parte del suo credito di imposta. Indirettamente il beneficio ricade sulle imprese e i professionisti che potrebbero vedere riaperti alcuni canali di cessione del credito.

Da 4 a 5 cessioni del credito per ottenere lo sblocco

Tra gli emendamenti in discussione ve n’è uno che è passato alla Commissione Bilancio del Senato e che vedrebbe aumentare ancora una volta il numero delle Cessioni.

In pratica la modifica sarebbe la seguente:

  • resta libera la prima cessione.
  • Il numero massimo di cessioni che si possono fare a organismi sotto la vigilanza della Banca d’Italia (banche e similari) diventano tre, per un totale complessivo di quattro cessioni,
  • Resta come ultimo passaggio la quinta cessione dalla banca ai propri correntisti con Partita Iva.

Prestito ponte per le imprese

Un’ultima misura volta allo sblocco della cessione del credito guarda invece direttamente alle imprese in crisi di liquidità. Si tratta della possibilità di attivare dei prestiti ponte garantiti direttamente da SACE SpA, la società assicurativo finanziaria controllata dal Ministero dell’economia e della Finanza.

I prestiti ponte sono prestiti a breve termini attivabili da quelle imprese che sono in attesa di incassare un credito che deriva dai lavori con Superbonus.

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Head of Marketing and Communications.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere e specializzata in Marketing alla SDA Bocconi.
Promuovo i software e i servizi Logical Soft dedicati ai professionisti dell’edilizia. Appassionata di sostenibilità, efficienza energetica e tecnologie di progettazione, curo il Focus dell’Edilizia, ricco di notizie, articoli tecnici e strumenti formativi per i professionisti del settore.