Crediti non Ceduti: cosa fare?

Blocco delle cessioni e crediti non ceduti: cosa fare? In questo speciale dedicato al D.L. 11/2023 analizziamo le novità introdotte dal Decreto Legge e proviamo a tratteggiare i possibili scenari futuri, anche alla luce delle dichiarazioni seguite agli ultimi tavoli convocati dal Governo con le associazioni e gli attori del comparto edilizio ed economico.

Crediti non Ceduti: cosa fare? Le richieste delle categorie coinvolte al vaglio del governo dopo il 16 febbraio
Crediti non Ceduti: cosa fare? Le richieste delle categorie coinvolte al vaglio del governo dopo il 16 Febbraio

Il Decreto Legge n. 11/2023: già pubblicato in G.U.

Il 16 Febbraio scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge composto da 3 soli articoli – il D.L. 11/2023. Il Decreto è stato prontamente firmato dal Presidente Mattarella e subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale nell’edizione straordinaria n°40 del 16 Febbraio stesso.

Il titolo del D.L. è “Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del Decreto-Legge 19 Maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 Luglio 2020, n. 77“. La rapidità della sua emissione e pubblicazione è stata resa nota dagli esponenti del Governo in diverse dichiarazioni rilasciate ai media, soprattutto nella Conferenza Stampa n. 21 del Consiglio dei Ministri e dopo l’incontro del 20 Febbraio scorso a Palazzo Chigi con ABI, CdP, SACE e le varie categorie del mondo dell’edilizia.

Il Decreto Legge n. 11/2023: le dichiarazioni del Governo

Alcune dichiarazioni degli esponenti di Governo:
Se lasciassimo il superbonus così com’è – sottolinea – non avremmo i soldi per fare la finanziaria” (Meloni). Anche perché Eurostat pare abbia deciso che alcuni bonus debbano rientrare nel debito ed il Governo ha dovuto, di conseguenza, operare delle scelte. Il provvedimento appena emanato mira soprattutto a “cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici” (Giorgetti).

È chiaro quindi che se da un lato manchino le coperture per mantenere viva la misura del Superbonus, dall’altro è altrettanto chiaro che: “Vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito” (Meloni).
Ossia c’è la reale volontà di sciogliere il nodo dei crediti d’imposta incagliati nei cassetti fiscali, coinvolgendo tutti i soggetti interessati.

Il Decreto Legge n. 11/2023:  la struttura del provvedimento

La struttura del Decreto-Legge è minimale:

  • Art. 1. – Modifiche alla disciplina relativa alla cessione o sconto in luogo delle detrazioni fiscali di cui all’Articolo 121 del Decreto-Legge 19 Maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 Luglio 2020, n. 77;
  • Art. 2. – Modifiche in materia di cessione dei crediti fiscali;
  • Art. 3. – Entrata in vigore.

Questa misura quindi, blocca la possibilità di acquisizione dei crediti fiscali da parte degli Enti Locali di cui vi avevamo dato notizia qui.

Interviene escludendo la responsabilità dei cessionari, a meno di dolo e colpa grave, a patto che siano in possesso della documentazione necessaria (*).

Blocca, a partire dal 17 Febbraio – data di entrata in vigore del D.L. – tutti gli interventi indicati all’Art. 121, C. 2 del Decreto Rilancio. Infatti non consente più l’utilizzo delle opzioni alternative alla detrazione fiscale consistenti nello sconto in fattura e nella cessione del credito.

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Crediti non ceduti ed esclusioni: chi potrà continuare ad utilizzare le opzioni alternative

Interventi di Superbonus

Nell’Art. 2, C. 2 del D.L. 11/2023, è scritto che il blocco della cessione dei crediti non è da applicare alle spese sostenute per gli interventi di Superbonus per i quali entro il 16/02/2023:

  • per le opere diverse da quelle effettuate dai condomini, risulti presentata la CILAS;
  • in ambito condominiale, risulti adottata la delibera assembleare che approvi l’esecuzione dei lavori e risulti inoltre presentata la CILAS;
  • nei lavori di demolizione e ricostruzione di edifici, risulti già presentata l’istanza per acquisire il titolo abilitativo.

Interventi diversi dal Superbonus

Per gli interventi non ricadenti nella disciplina del Superbonus, non si applica lo stop alle opzioni alternative per chi entro il 16/02/2023:

  • abbia già presentato la richiesta del titolo abilitativo, se necessario;
  • per gli interventi di edilizia libera (ossia privi di alcun titolo abilitativo), in caso di lavori già iniziati;
  • risulti registrato il contratto preliminare ovvero stipulato il contratto definitivo di compravendita dell’immobile nel caso di utilizzo del Sismabonus Acquisti (ex Art. 16-bis, C. 3 del TUIR).

Crediti non ceduti e responsabilità dei cessionari: la checklist documentale

Abbiamo visto poco sopra che è esclusa la responsabilità dei cessionari qualora siano in possesso della documentazione (*) circa le opere che hanno originato il credito di imposta. Si riprende infatti la Circolare AdE n. 33/E di Ottobre 2022. Questa limita la responsabilità del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti.

Si esclude pertanto che questi soggetti siano stati negligenti, qualora abbiano acquisito i seguenti documenti:

  • titolo edilizio abilitativo degli interventi, oppure, in caso di edilizia libera, dichiarazione sostitutiva di atto notorio (ai sensi dell’Art. 47 del D.P.R 28 Dicembre 2000, n. 445), in cui venga indicata la data di inizio lavori ed attestato che gli interventi di ristrutturazione posti in essere rientrino tra quelli agevolabili, anche se gli stessi non necessitino di alcun titolo abilitativo;
  • notifica preliminare di inizio lavori all’ASL, oppure, in caso di interventi per i quali essa non fosse dovuta, dichiarazione sostitutiva di atto notorio (ai sensi dell’Art. 47 del D.P.R 28 Dicembre 2000, n. 445) che attesti tale circostanza;
  • visura catastale ante-operam dell’immobile oggetto di interventi, oppure, per gli immobili non ancora censiti, domanda di accatastamento;
  • fatture, ricevute o eventuali altri documenti comprovanti le spese sostenute, nonché documenti attestanti il saldo avvenuto delle stesse;
  • asseverazioni – se obbligatorie per Legge – dei requisiti tecnici degli interventi e della congruità delle spese relative, corredate da tutti gli allegati previsti dalla Legge. Esse devono peraltro essere rilasciate dai Tecnici abilitati, assieme alle ricevute di presentazione e/o deposito presso gli uffici competenti;
  • per interventi su parti comuni dei condomini, la delibera assembleare di approvazione dei lavori e la tabella di ripartizione delle spese;
  • per interventi di efficientamento energetico, la documentazione prevista dall’Art. 6, C. 1, Lett. a) , c) e d), del Decreto Interministeriale del 6 Agosto 2020, recante “Requisiti tecnici per l’accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici – cd. Ecobonus”, pubblicato nella G.U. n. 246 del 5 Ottobre 2020, oppure, per interventi per i quali uno o più dei predetti documenti non fossero dovuti in base alla normativa vigente, dichiarazione sostitutiva di atto notorio (ai sensi dell’Art. 47 del D.P.R 28 Dicembre 2000, n. 445) che attesti tale circostanza;
  • Visto di Conformità dei dati relativi alla documentazione rilasciato dal Commercialista, che attesti la sussistenza dei presupposti che diano diritto alla detrazione sulle spese sostenute per le opere, rilasciato ai sensi dell’Art. 35 del D.L. 9 Luglio 1997, n. 241, dai soggetti indicati all’Art. 3, C. 3, Lett. a) e b) , del regolamento di cui al D.P.R. 22 Luglio 1998, n. 322, e dai responsabili dell’assistenza fiscale dei centri costituiti dai soggetti di cui all’Art. 32 del D.L. 241/97;
  • L’attestazione rilasciata dai soggetti obbligati di cui all’Art. 3 del D.L. 21 Novembre 2007, n. 231, di avvenuta osservanza degli obblighi di cui agli Artt. 35 e 42 del D.L. 231/2007.

Crediti non Ceduti: il nuovo poster di ENEA

Dopo avervi illustrato il D.L. 11/2023, la sua struttura, le esclusioni e la checklist documentale dei cessionari, vediamo ora quali sono gli scenari futuri.
Per prima cosa mi preme segnalare il nuovo poster di ENEA di Febbraio 2023 che riassume tutti gli scenari per via grafica in modo immediato.

In seconda istanza è anche giusto rimarcare che il Governo – proprio per valutare il da farsi – abbia già incontrato Lunedì 20 Febbraio:

  • l’Associazione delle Banche Italiane (ABI);
  • Cassa Depositi e Prestiti (CdP);
  • Servizi Assicurativi e Finanziari per le Imprese (Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’Esportazione: SACE);
  • Banca d’Italia
  • varie categorie del mondo dell’edilizia e dell’industria quali ANCE/Confedilizia, Confindustria, CONFAPI, Alleanza delle Cooperative Italiane, CNA, Confartigianato, etc.
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Crediti non Ceduti: le dichiarazioni del Ministro dell’Economia

Il Ministro dell’Economia Giorgetti ha così dichiarato: “abbiamo chiarito per Legge i confini della responsabilità solidale da parte dei cessionari dei crediti” per “eliminare le incertezze, dubbi e riserve che hanno fatto sì che tanti intermediari, in particolare le banche evitassero da qualche mese di assorbire e quindi di scontare questi crediti”.

Ha aggiunto anche che “traendo spunto dalla decisione adottata e comunicata in Parlamento da Eurostat, abbiamo deciso di porre divieto alle amministrazioni locali e Regioni di procedere a questi sconti perché avrebbero impatto diretto sul debito pubblico”, precisando infine che “dal 17 Febbraio rimarranno tutte le forme di bonus però solo nella forma di detrazione di imposta”.

Crediti non Ceduti: cosa fare?

Gli scenari possibili, dopo la consultazione collegiale di Lunedì 20 Febbraio scorso, hanno innanzitutto raccolto dichiarazioni d’intento di introdurre correttivi alla misura, giudicata draconiana, per la sua severità e la rapidità della sua entrata in vigore.
Gli eventuali interventi di rettifica alle norme emanate, essendo state inserite in un Decreto-Legge, passeranno giocoforza al vaglio del Parlamento per essere convertiti in Legge.

Si confida quindi, durante l’iter parlamentare, nell’introduzione di alcune modifiche. La principale, e forse anche la più delicata, riguarda la richiesta delle associazioni di rivedere la data di stop alle cessioni (16/02/2023). Si tratta di un problema complesso, poiché incide direttamente sui saldi di finanza pubblica, già gravata dal debito accumulato per i lavori pregressi.

Crediti non Ceduti: la proposta di ANCE ed ABI

L’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE) e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) hanno rispolverato un’istanza da loro inoltrata qualche tempo fa: consentire al sistema bancario, di compensare i crediti  dei bonus edilizi con gli F24 che i clienti presentano per il pagamento agli sportelli bancari.

Una soluzione saggia poiché consentirebbe in estrema semplicità agli Istituti di Credito, di riprendere ad acquisire i crediti d’imposta e quindi di sbloccare gran parte dei cassetti fiscali imprese e contribuenti.
Il Governo è parso disponibile ad intraprendere questa via. Pertanto pare che a breve sarà varata una diposizione idonea che consentirà in prima battuta alle banche di compensare i crediti con i propri modelli F24 ed, in seconda istanza, di ampliarla anche agli F24 presentati agli sportelli dai clienti.

In una nota diffusa nella serata di Lunedì 20 il Governo ha comunicato pubblicamente di aver ferma volontà di individuare “norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma”.

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Crediti non Ceduti: allo studio intervento di CdP

Il Viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Rixi ha dichiarato che “un intervento di Cassa Depositi e Prestiti (CdP) è una delle ipotesi allo studio. È evidente che chi si occupa della finanza pubblica in un Paese la prima cosa che deve fare è riavocare a sé tutti i crediti per capire quanti sono da pagare. Dopodiché l’intenzione del Governo è far fronte al pagamento nei confronti delle imprese, cosa che ad oggi era bloccata comunque, perché le banche non intendevano più pagare i crediti temendo per i loro bilanci“.

Insomma, le proposte sono molteplici e senz’altro una soluzione verrà individuata: non ci resta che stare a vedere.

Ingegnere Edile/Architetto, laureatomi presso l’Università degli Studi di Pavia.
Svolgo l’attività di libero professionista, sono CTU presso il foro Alessandrino e mi dedico alle tematiche energetiche, all’impiantistica, alle fonti rinnovabili ed alla sostenibilità in edilizia.
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