APE e interventi migliorativi: salto di 2 classi energetiche

Il Superbonus ha reso obbligatorio il salto di 2 classi energetiche per aver diritto alle agevolazioni fiscali. Vediamo allora di sfatare alcune leggende sul doppio salto di classe, proponendo ai nostri lettori un approccio pragmatico agli interventi migliorativi. Lo facciamo attraverso alcuni esempi applicati al cappotto, al generatore e ai ponti termici.

APE e interventi migliorativi: salto di 2 classi energetiche
APE e interventi migliorativi: salto di 2 classi energetiche

APE e interventi migliorativi: come fare il salto di 2 classi energetiche

Redigere un APE prevede di proporre obbligatoriamente alcuni interventi migliorativi. Essi devono garantire un ritorno economico adeguato e migliorare la situazione “ex ante” dal punto di vista energetico. Non solo, il Superbonus, a sua volta, ha introdotto l’obbligo del salto di 2 classi energetiche nell’APE a seguito degli interventi migliorativi. Quali sono, quindi, quelli più efficaci?

La prima domanda che ricevo spesso è: “ci sono interventi di riqualificazione energetica che garantiscono il salto di 2 classi energetiche?”.
E la risposta è “no, almeno non a prescindere”.
Non esistono purtroppo formule magiche né interventi miracolosi che offrano la certezza del risultato.
Quello che potrei invece affermare con maggiore serenità è che: sì, ci sono interventi che facilitano maggiormente il passaggio di classe energetica.
Cerchiamo, quindi, di proporvi un approccio scientifico e sensato al doppio salto di classe. Questo a prescindere dal fatto che stiamo producendo un Attestato di Prestazione Energetica (APE) o che stiamo affrontando una pratica di Superbonus.

APE e interventi migliorativi: sapere su cosa si sta lavorando

Il modo per approcciarsi alle proposte migliorative, affinché possa variare sensibilmente la classe energetica, è una buona conoscenza dello stato di fatto.
Bisogna pertanto capire com’è fatto il fabbricato di cui si sta redigendo l’APE e conoscerne dettagliatamente le stratigrafie ed i materiali costituenti, ma anche lo schema impiantistico e tutta la dotazione tecnologica dell’edificio o dell’unità.

Qualora vi fossero dubbi, soprattutto per redigere un APE di una pratica di Superbonus, consiglio caldamente di acquisire tutta la documentazione tecnico/progettuale dell’immobile. Non solo: è utile eseguire qualche prova non distruttiva (PnD), come una termografia agli infrarossi o una termoflussimetria sull’involucro opaco.

In questo modo potremo partire da basi note sapendo dove sono i ponti termici e conoscendo la trasmittanza corretta delle pareti e dei solai. E possiamo quindi proporre come/dove applicare gli isolanti adeguati, nella giusta quantità.

APE e interventi migliorativi: salto di 2 classi energetiche
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Con TERMOLOG progettare un nuovo edificio, un ampliamento o una ristrutturazione importante è estremamente intuitivo. Questo grazie ad un’interfaccia grafica chiara e procedure guidate che ci aiutano a superare tutte le verifiche di Legge. Il modulo PROGETTO è il compagno ideale per redigere le relazioni ex L.10/91 in totale sicurezza, sfruttando anche la potenza della modellazione dinamica oraria.

Con il modulo CERTIFICATORE, redigere APE ed AQE diventa rapido e smart. Il software suggerisce le proposte di miglioramento con raccomandazioni automatiche. Lo strumento confronta permette di valutare uno o più interventi migliorativi e scegliere quale sia meno costoso, più efficiente e con tempi di rientro più vantaggiosi.

È anche possibile confrontare e abbinare più interventi di riqualificazione energetica tra loro. Il Modulo BONUS FISCLI suggerisce quale detrazione fiscale è più conveniente e come ottenere il doppio salto di classe energetico.

Per valutare gli interventi migliorativi sul tuo edificio

Salto di 2 classi energetiche: alcuni esempi

1) Isolare l’involucro opaco

In edifici costruiti negli anni ’60, intervenendo con un sistema di isolamento a cappotto e coibentando la copertura, generalmente si ottiene il doppio salto di classe energetica.
Viste le loro notevoli estensioni e in mancanza di isolamento termico delle superfici opache, come pareti, solai disperdenti e coperture, spesso basta intervenire riducendone la trasmittanza termica per ottenere benefici, in termini energetici, ponderalmente notevoli.

In presenza di muratura a cassa vuota, vale anche la pena di valutare l’insufflaggio, i cui costi sono in media inferiori rispetto alla posa del cappotto termico.
Ultima soluzione praticabile potrebbe essere quella di installare facciate ventilate. Queste migliorano le performance sia invernali che estive.
Quando si agisce sulle coperture consiglio di valutare anche un tetto verde. Una soluzione sostenibile e molto piacevole dal punto di vista architettonico.

Approfondimenti sull’involucro:

2) Sostituire il vecchio generatore ed autoprodursi energia rinnovabile

Se l’intervento prevede la sostituzione del vecchio generatore (una caldaia a gas) con un impianto di ultima generazione, si può installare un impianto ibrido. Ossia un impianto che associ l’utilizzo di una pompa di calore ad una caldaia a condensazione a gas.
Oppure si può pensare di distaccarsi dalla rete del gas ed installare una pompa di calore elettrica. Assicurandosi che questa abbia un idoneo accumulo idraulico da usare sia per il riscaldamento che per l’ACS.
In entrambi i casi, per aumentarne ulteriormente l’efficienza e fare un doppio salto di classe, è fondamentale che i nuovi impianti siano alimentati da fonti energetiche rinnovabili, come un impianto fotovoltaico, con o senza accumulo elettrico (batterie). Inoltre, a seconda della zona climatica, dell’esposizione e dell’orientamento dell’edificio, nonché del fabbisogno conseguente alla coibentazione dell’involucro, l’autoproduzione di energia rinnovabile deve coprire anche i consumi degli impianti tecnologici.

La progettazione degli impianti ed il dimensionamento di un nuovo generatore e dei sottosistemi di distribuzione ed emissione diventano più semplice con il modulo IMPIANTI di TERMOLOG. Con il software si possono progettare impianti idronici e produrre disegni esecutivi, dimensionare le reti di distribuzione del gas a bassa e media pressione, verificare le canne fumarie e redigere le pratiche INAIL.

Approfondimenti sulle Pompe di Calore:

Approfondimenti sugli Impianti FV e sulle Comunità Energetiche:

Verifica dei ponti termici, condensa e muffa per il salto di 2 classi energetiche

Molti interventi suggeriti sono troppo semplicisticamente legati alla mera sostituzione degli infissi. Una pratica certamente meno invasiva, rispetto alla posa del cappotto termico. Tuttavia, calcoli alla mano, la sola sostituzione di porte e finestre non è certamente il primo approccio al risparmio energetico che dovrebbe venirci in mente.
Principalmente perché l’area dell’involucro trasparente è percentualmente inferiore alle superfici opache.

Inoltre, il costo dell’intervento al mq è persino superiore alla posa del cappotto termico. Questo perché quando si installa una nuova finestra bisogna anche coibentarne o sostituirne il cassonetto (se presente) e bisogna intervenire anche sulla nicchia sottofinestra, che è un ponte termico da correggere.
Installare serramenti ad alte prestazioni su un involucro non coibentato potrebbe creare anche condensa e muffe nei punti di raccordo tra la parete e l’infisso.

In questo caso, mi sento di consigliare di effettuare una verifica agli elementi finiti, sfruttando il modulo PONTI TERMICI FEM di TERMOLOG: uno strumento potente e completo per calcolarli in modo rapido ed intuitivo, effettuando tutte le verifiche del caso su condensa e muffa.

Per effettuare la verifica agli elementi finiti dei tuoi interventi migliorativi

Approfondimenti sui Ponti Termici:

APE e interventi migliorativi: la Ventilazione Meccanica Controllata

Gli impianti di VMC possono beneficiare delle detrazioni previste dall’Ecobonus e del Superbonus se vengono associati ad un intervento sull’involucro opaco disperdente o alla sostituzione dell’impianto, ma solo dietro specifiche condizioni. Ad affermarlo è ENEA nella FAQ 16 D.
In pratica nella FAQ, di cui abbiamo già parlato qui, si spiega che, pur correggendo i ponti termici con l’isolamento dell’involucro, può accadere che il rischio di formazione di muffe e condense in corrispondenza degli elementi disperdenti resti concreto. Qualora tale eventualità fosse risolvibile installando sistemi di VMC, tali impianti sono ammessi all’Ecobonus ed al Superbonus.

Va altresì rilevato che la VMC a doppio flusso provvede al ricambio dell’aria congiuntamente al recupero, fino ad oltre il 90%, dell’energia termica dall’aria estratta. Questa viene poi ceduta all’aria di rinnovo praticamente a costo nullo. Le unità di VMC a doppio flusso portano altri vantaggi quali:

  • il mantenimento di condizioni igrometriche perfette
  • la filtrazione dell’aria dalle impurità e dagli agenti inquinanti
  • consentire un dimensionamento impiantistico più contenuto
  • ridurre l’usura degli impianti di riscaldamento e raffrescamento.

Ciò si riflette in notevoli risparmi sia in fase di acquisto che di conduzione degli impianti stessi.

Approfondimenti sulla VMC:

Ingegnere Edile/Architetto, laureatomi presso l’Università degli Studi di Pavia.
Svolgo l’attività di libero professionista, sono CTU presso il foro Alessandrino e mi dedico alle tematiche energetiche, all’impiantistica, alle fonti rinnovabili ed alla sostenibilità in edilizia.
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